Software Failure at meksONE. Press left mouse button to continue. Guru Meditation #010000FF8.000FE800

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https://meksone.com/wordpress-e-il-suo-futuro-parla-joost-de-valk-fondatore-di-yoast-e-wpengine-muta/?qrcode=202507051352

Sono passati più o meno tre mesi dall’infausto giorno un cui Matt ha “perso la brocca” e ha attaccato pubblicamente WPEngine al WordCamp… qui, il video con i punti chiave (grazie, tizio su Reddit).

Se già conoscete tutta la storia, saltate pure più in basso, altrimenti di seguito un rapido riassunto:

Poi’c’è stato un tira e molla mica da ridere: Matt (ps: mi riferirò a Matt e ad Automattic in modo intercambiabile, visto che sono la atessa cosa) ha bloccato l’accesso al repository a WPEngine, impedendo di fatto di intervenire sui propri plugin (ACF, in primis).
CASUALMENTE, poco dopo il blocco, il Security Team di WordPress trova una falla grave in ACF ma, visto che nessuno può accedere al repository per correggere il problema, allora il repository di ACF viene in sostanza requisito da WordPress con la scusa della sicurezza e…

  • viene rinominato in SCF (???)
  • vengono aggiunte delle funzionalità che CASUALMENTE sono simili a quelle della versione PRO di WPEngine
  • Non viene specificato da nessuna parte che il plugin è ora sotto il controllo di WordPress e non viene chiarito in nessun modo la motivazione

Ora, anche a voler essere gentili, non c’è modo per definire questa azione in modo diverso da “furto” e da “appropriazione indebita”.

Nel frattempo, nessuna parola da WPEngine che, giustamente, parla solo tramite avvocati, e ovviamente richiede immediato intervento depositando una ingiunzione (o mozione? non so di preciso)

https://www.courtlistener.com/docket/69221176/wpengine-inc-v-automattic-inc

Qui c’è tutta la cronistoria completa di mozioni, ingiunzioni e “roba legale varia”, ed è interessante notare che il 2 Dicembre, la corte da ragione a WPEngine intimando Matt/Automattic a ripristinare gli accessi al repository Ecco, anche se non è il massimo della semplicità, qui c’è scritto tutto:
https://www.courtlistener.com/docket/69221176/63/wpengine-inc-v-automattic-inc/

E poi, beh: in tutta risposta, in un fulgido esempio di classe, dignità ed eleganza, Matt decide questa cosa qui:

In pratica, chiude la saracinesca per tutte le feste e poi, in data da destinarsi, nel nuovo anno riaprirà tutto quanto. Come se non avesse già dimostrato di essere un egocentrico,maniaco del controllo,avido, vittimista,rancoroso,infantile,testa di ca dittatore, e di poter fare quello che gli pare.

Better Call Saul Joost

In un post apparso pochissimo dopo “Il fattaccio di Settembre” https://joost.blog/transparency-contribution-and-the-future-of-wordpress/ Joost già suggeriva a Matt di prendere in considerazione una linea di comando più democratica, indicando appunto il claim di WordPress “democratizing the web”.
Ma rivela un dettaglio importante: il suo coinvolgimento con Newfold Digital, alla quale vendette Yoast nel 2021.
Per chi se lo stesse chiedendo, chi è Newfold Digital? Eh, è il nuovo nome di Endurance International Group quando si è fusa con web.com. E quindi direte ancora: e chi cazzo sono? Andate su Wikipedia e capirete che stiamo parlando di roba GROSSA:
https://en.wikipedia.org/wiki/Endurance_International_Group

Purtroppo, GROSSO non significa BUONO, ed Endurance/Newfold è tristemente famosa per essere esattamente come Re Mida, ma al posto dell’oro, trasforma tutto ciò che tocca in 💩 (se non vedete l’emoji, è una merda). Usavo personalmente i servizi che sono via via passati alla nuova gestione, e HostGator e BlueHost sono infatti fra gli hosting che hanno peggiorato in modo sensibile la loro qualità. Ne avevo già parlato nel 2016, oltretutto, ma a quei tempi il problema non era così sensibile (ed io non avevo ancora la necessaria sensibilità) per percepire questo peggioramento – poi infatti sono scappato anche io, poco dopo.

Si inizia quindi a delineare uno scenario tipo stallo alla messicana, con i tre pistoleri
WPEngine
Joost/NewFold
Matt/Automattic.

Dietro ognuno di questi, ci sono i fondi di investimento
WPEngine ~250M
Silver Lake
North Bridge Venture Partners & Growth Equity
Silverton Partners
…e altri 7

Automattic ~986M
Alta Park Capital
BlackRock
…e altri 28(!)

Joost/Newfold – Dati Finanziari non disponibili
Emilia Capital
Clearlake Capital Group

Sinceramente, non mi piace pensare che arrivino altri squali nella vasca, visto che qui si tratta di fondi di investimento, equity e venture capitalist. In poche parole: persone dimmerda, forse con qualche eccezione, ma fondamentalmente gente interessata al vil denaro e ai dividendi di fine anno.

Nessuno di loro è interessato al benessere della community, all’open source o al “free speech”: lo stesso Matt ha utilizzato a vanvera la parola democrazia (“democratizing the web?” ma dove?), dimostrando poi di poter chiudere le registrazioni degli account e tutte le attività “fino a data da destinarsi”, dando oltretutto la colpa a WPEngine (di nuovo? E basta!). Una democrazia, dicevamo… come no?

In ogni caso, tornando a Joost ha continuato a scrivere altre cose nel suo sito, arrivando a questa:

https://joost.blog/wordpress-leadership/

dove in sostanza sembra fare quasi una “chiamata alle armi”, citando amici suoi, la lettera aperta scritta da 20 membri inflenti del repository di WP e altrio, parlando della questione usando l’aggettivo possessivo “our” (our community, our leader, our contributions ecc…) aggiungendo un certo senso di “appartenenza” a tutta la questione. Sembra cha Joost la faccenda gli stia a cuore, tanto da aver detto (se qualcuno non l’ha notato, lo sottolineo io):

I’m here, and willing to lead through this transition. I do have the time, the energy and the money needed to fund myself doing it

Quindi, “Lui è qui, e vuole far parte di questa transizione. Ha i soldi, tempo ed energia per poterselo permettere”.

Continua con

Let me be clear though: we should not replace one BDFL with another. This is a moment of transition. I’m also very willing to work with other leadership if it turns out the community wants someone else.

Ovvero “Sia chiaro: non dobbiamo (prima persona plurale) rimpiazzare un dittatore con un altro. Qesto è un momento di transizione. Sono oltretutto davvero disposto a collaborare con un’altra dirigenza se è questo che la comunità vuole” (ho usato “dirigenza” al posto di “leadership“: sono Italiano, ho più parole nel vocabolario di qualsiasi tizio che usi la lingua della perfida Albione)

Fatemi capire: qualcuno lo ha già nominato come leader, o come “mediatore” e io non ne so niente? Perchè da come parla, sembra che si sia già messo all’opera per ricostruire la comunità, fare un fork di WordPress, costituire un consiglio direttivo, assoldare sviluppatori e soprattutto: metterci i server. Chi si occuperà di metterci la potenza necessaria per ricostruire il nuovo WordPress?

Perchè si: non si potrà chiamare WordPress: quello è un marchio registrato, è di Matt, e la gente conosce quel nome e vuole quel nome – alla gente gliene fregacazzo se è open-source, closed-source, o sarcazzo-source.

Io vedo che negli ultimi 20 anni di informatica, nonostante le grandi battaglie di FSF e di Richard Stallman, alla fine è successo che Windows (buuu Bill Gates! Cattivone! Linux è il futuro) è rimasto bello tranquillo a dominare il mercato dei desktop e dei server aziendali; Linux, d’altro canto, ha prosperato ma solo perchè quelli con i soldoni (RedHat, SuSE, Oracle, Google, Microsoft e millemila altri) ci hanno investito e hanno costruito delle soluzioni che prima di tutto facevano comodo a loro, e successivamente potevano essere condivise con noi poveri stronzi.

Senza divagare troppo: il cuore di Linux, il Kernel, è diretto da un altro “dittatore benevolo”, ovvero Linus Torvalds… che a differenza di Matt, ha più sale in zucca e ci ha donato il Kernel di Linux e Git, ed è grazie alla direzione e alla visione d’insieme che Linux ha potuto prosperare, senza stare appresso a cavolate come “Slackware è meglio di Ubuntu” o “Solo RedHat è il vero Linux” o peggio. Alla fine della fiera: Ubuntu funziona alla grande ed è semplice da usare (eheeee! ma non è DebiaaaannnNnnn!) con buona pace degli altri, che comunque hanno il loro nutrito seguito.

Linux come esempio

L’esempio di Linux serve a introdurre la conclusione del (lungo) discorso, che ho voluto mettere qui sul mio sito proprio perchè un giorno, magari, potrò dire: “io l’avevo detto”. Magari si, magari no, magari sticazzi 😀

WordPress potrebbe trasformarsi in un “nucleo di base”, un sistema operativo in pratica, dove poi chiunque possa innestare ciò che gli serve, come gli serve. Joost porta l’esempio di Elementor, che è stato l’unico motivo per il quale negli ultimi anni WordPress ha continuato – nonostante la concorrenza – a prosperare. Ed io la penso esattamente come lui: Matt si è fissato con il suo Gutenberg (che per ora, utilizzo anche io perchè in certi casi mi sta bene così) ma diciamolo: Gutenberg fa schifo, il progetto Calypso è stato praticamente un fallimento (è passato troppo tempo, dai su!) e WordPress è vecchio dentro (triste da ammettere, ma è così).

Perchè funziona? Perchè la gente lo vuole? Facile, ecco perchè:

  • Se prendi un hosting qualsiasi, trovi almeno 2 modi diversi per installare WordPress in un click: WPToolkit, Softaculous, OneClickInstall… ce ne sono a tonnellate
  • Anche se dovessi installarlo “alla vecchia maniera”, basta caricare i file via FTP e poi immettere le credenziali del database
  • Una volta finita l’installazione, si cerca un tema, e si installa, oppure
  • Si installa un builder tipo Elementor, e si inizia

Ecco: nessun altro sistema è così semplice: Joomla? No. Drupal? No. Typo3? No. Ed è inutile continuare la lista: la risposta è “no“. Ogni tanto provo a vedere se gli altri hanno fatto qualche passo avanti ma no: sempre la solita monnezza. Installi Drupal 10? Bellissimo, ok, ma poi per aggiornare? Non è un click, bisogna usare composer. Cosa è composer? Facile (per chi è del settore): “Un sistema di gestione delle dipendenze”, che se lo dici ad una persona comune crede che stai parlando di droga o di alcool.

Ma non è finita: e i plugin? Oh, ci sono, certo che si, ma non sono tutti belli organizzati in un solo posto. Ci sono tanti siti e sitarelli e non si riesce a capire se stai sul sito ufficiale, su quello di un tizio sconosciuto o su un sito fasullo.
Stesso discorso per i temi, o i template. In una parola: confusione.

La soluzione sarebbe quindi di riunire le menti migliori, soprattutto per quanta riguarda la programmazione e la gestione del progetto “core”, e mantenere una versione di base, il nucleo, senza nemmeno pensare al frontend, quindi al tema o al suo editor (visuale o meno): un nucleo di base che comprenda:

  • interfaccia di backend moderna e unificata (detto anche da Joost)
  • funzioni “core” per degli aspetti di base della sicurezza
  • funzioni “core” per la gestione dei contenuti
  • funzioni “core” per la gestione degli utenti
  • repository unico per temi e plugin, ma basato su federazione di più nodi, in modo da distribuire costi e banda e di aumentare l’affidabilità

Poi, ognuno decide quale “stack” tecnologico utilizzare:

  • ti piace Elementor? Bravo, installa ACF, Elementor ed Hello!
  • ti piace Elementor, ma preferisci JetEngine? Allora installa Crocoblock ed Elementor!
  • ti piace Breakdance? Ecco, bravo, prendi ACF, installa BreakDande e vai sereno!
  • ti piace Bricks? Ecco bravo, installa ACF e poi inizia a divertirti!
  • ti piace React/Next/Gatsby/Faust? Eccoti servito, installa ACF e vai con GraphQL!
  • ti piace Blocksy? Cazzi tuoi, WordPress e Gutenberg stanno di la, quella è la porta!

Qualcuno l’ha notato ? C’è sempre una soluzione per gestire i metadati (ACF o JetEngine) ed Elementor è presente in due scenari ipotetici. Non è quindi tanto sbagliato pensare ad un “core” che si occupa di backend, gestione post e utenze, e lascia il campo libero per la gestione dei metadati e del frontend. Molto più snello, semplice e leggero da mantenere.
Potrebbe diventare il prossimo CMS headless, con il vantaggio di avere l’eredità spirituale di WordPress, potendo evolversi in quello che WordPress non ha potuto/voluto diventare. E se figure di spicco del panorama lo supporteranno, potrebbe avere successo.

Blockchain, ma anche no

Qualcuno (ciao Jose!) ha suggerito di utilizzare la Blockchain perchè è decentralizzata e nessuno può “fare il matto” se tutto è decentralizzato. Ma… non è così.

Non basta dire una cosa per farla avverare: questo è il principio del pensiero magico, non è la realtà.
Affermare che “decentralizzare risolve il problema della governance” non è sufficiente per renderlo fattibile o realizzabile: in che modo?
Nel mondo reale, un progetto software ha bisogno di programmatori (motivati), e di qualcuno che decide cosa fare. In un progetto Open Source, di solito il creatore del progetto lo rilascia al pubblico e a lui si uniscono diverse persone, interessate al progetto e a farlo crescere, ma che hanno una cosa in comune: hanno la stessa visione, od obiettivo, del creatore. Il progetto non va da nessuna parte se ha 100 programmatori che la vedono diversamente uno dall’altro. Serve coesione di intenti, idee ed obiettivi.

E già qui, “decentralizzare” perde significato, perchè se “decentralizzi” il comando di un progetto software, mi stai dicendo che finchè c’è la maggioranza di persone che la pensano nello stesso modo, allora la direzione è certa, ma appena si giunge sotto la soglia minima, il progetto si ferma, finchè non si scinde e si ricomincia di nuovo.

La Blockchain può essere utile per la distribuzione del repository, e mettendo in piedi un sistema di premi (reward) e di fiducia (trust) si potrebbe addirittura pensare che il progetto si possa sostenere da solo grazie alla sua Blockchain. Ma la questione finisce qui, non si risolve il problema della governance, e non si garantisce in nessun modo la stabilità del progetto.

Nessuno investe soldi e tempo in un progetto che, al minimo sobbalzo, rischia di spezzarsi. Se fossi WPEngine con ACF, oppure Elementor, o anche i più piccoli con BreakDance o Bricks, non investirei un centesimo se non avessi la certezza di avere come minimo una buona base di utenti. WordPress ne ha attirati diversi milioni, c’è spazio per tutti, quindi si investe.

Quindi?

Quindi basta, la situazione sembrava già complicata qualche settimana fa, e adesso lo è ancora di più con più squali nella vasca e più possibilità sul piatto. Joost si è fatto avanti, un pò spavaldo, con la sua disponibilità e la possibilità (non detta da lui, ma da me) che anche Newfold Digital possa entrare in partita. WPEngine non dice nulla a quanto pare, Elementor e altri grossi del settore, idem.

Il clima di incertezza non fa bene a nessuno, ma serve ad una cosa: a far uscire allo scoperto gli avversari. Vedremo.





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