
- Internet
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- 28/03/2013
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La notizia gira da diverse ore in Rete, riportata da tantissimi siti (Repubblica, Punto Informatico, Corriere e, secondo me quello più completo, TG1) ed è più importante e grave di quanto si pensi.
Il fatto è questo: il provider olandese CyberBunker, famoso per aver ospitato anche il tracker di Pirate Bay, è finito nella “lista nera” di SpamHaus, uno dei più importanti osservatori al mondo per quanto riguarda lo spam e il phishing, ovvero la posta indesiderata. A segnalarlo è stata CloudFlare, una società che si occupa di distribuzione di contenuti digitali e di sicurezza.
Il problema è che da quando SpamHaus ha dichiarato di aver inserito moltissimi siti ospitati da CyberBunker in black list, di colpo il traffico dati è aumentato a dismisura proprio verso i server di SpamHaus: si parla di oltre 300 miliardi di bit al secondo. Se non ho sbagliato i calcoli, sono 34 Gigabyte al secondo: vuol dire che se la vostra connessione Internet fosse così veloce, potreste scaricare due film in Blu-Ray in 1 secondo, o giù di li. Questa enorme mole di dati genera un attacco che si chiama DDoS, ovvero Distributed Denial of Service (la spiegazione è davvero interessante, leggetela su Wikipedia).
In sostanza, dai server di CyberBunker, gli spammer starebbero comandando il loro esercito di computer (o meglio, la loro botnet di zombie: è scritto tutto su Wikipedia, davvero, leggetela!) e stanno bombardando di dati i server di SpamHaus e di mezzo mondo.
Se i server vengono sovraccaricati
Niente Internet vuol dire niente posta, niente YouTube, niente Skype, niente Ruzzle (drogati!), niente on-line banking, niente blog, niente informazione. Ecco, vuol dire proprio NIENTE.
E’ ormai evidente come informazioni di questo tipo debbano essere condivise anche con il pubblico “non tecnico”: l’informatica è entrata a far parte della vita di tutti, e non solo dei nerd e dei geek, e anche chi non è del settore dovrebbe possedere una minima base di conoscenze per poter capire i meccanismi fondamentali della tecnologia. Un pò come i rudimenti di meccanica che insegnano a scuola guida.
Comunque, ormai l’attacco è lanciato e non ci resta che sperare che l’infrastruttura regga: Internet non si può spegnere e riavviare come un computer, quindi restate calmi e Niente Panico!
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UPDATE:
Come mi fa giustamente notare un lettore, Internet sta reggendo egregiamente a questo attacco, e i titoloni che si leggono (compreso il mio) sono un tantino esagerati. Anche sul blog di Paolo Attivissimo, a questo link, si fa presente che probabilmente la notizia è montata ad arte per far emergere la bontà di un servizio (CloudFlare) in caso di attacchi DDoS. Lo scopo del mio articolo non era certo far pubblicità a CloudFlare o a qualcun’altro; quello che mi piace fare è cercare di diffondere un pochino la cultura informatica, troppo spesso sottovalutata o persino ignorata (come si legge, appunto, nelle frasi conclusive del post) e se devo essere sincero, penso che un “titolone apocalittico” possa far smuovere qualche pigrone e costringerlo a informarsi un pò. That’s it.
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