Esce l’iPhone 5 in Italia, esce il nuovo iOS 6. Tutto bello, tutto fantastico, ma forse così fantastico non è.
A parte l’incredibile quantità di banalità che Tim Cook è riuscito a spacciare per “rivoluzionarie” e “innovative”, di certo il fatto che sta attirando più attenzione è l’abbandono delle mappe di Google in favore delle nuove, bellissime, fantastiche, mappe di Apple.
Che forse così fantastiche non sono, visto che si parla molto degli evidenti errori e dei problemi che stanno creando agli utenti che (stolti) si affidano ciecamente a un’applicazione appena uscita per pianificare i loro spostamenti.
Google, dal canto suo, con più umiltà (anche se potrebbe rivelarsi il classico lupo travestito da agnello), in questo post su Google+ vuole ricordare agli utenti Apple che Google Maps è ancora disponibile per i dispositivi della mela.
Mi sembra evidente che Apple abbia abbandonato le mappe di Google, dopo tantissimi anni di presenza fissa sui suoi dispositivi, a causa delle ormai annose battaglie legali che vedono protagoniste Samsung (partner di Google), Android (quindi Google), Motorola (praticamente sempre Google) e pensate un pò: anche Google in prima persona. Battaglie brevettuali che non giovano a nessuno, tantomeno ai consumatori, ma che ad Apple piacciono tanto.
Apple, indiscusso leader delle invenzioni indispensabili per l’umanità, ha deciso che può fare a meno dell’ottimo servizio che il suo diretto antagonista fornisce gratuitamente per tutte le piattaforme, e quindi ha “inventato le mappe 3D” (cosa che Google ha introdotto parecchio tempo fa senza rulli di tamburo e squilli di trombe). Vorrei ricordare che Apple ha inventato gli angoli arrotondati, che prima ovviamente non esistevano, e li ha applicati all’iPhone. Grande invenzione, come avremmo fatto senza?
Ironia a parte, qualcuno sostiene che se fosse stato vivo Steve Jobs, un errore del genere non sarebbe accaduto. Io dico che le persone hanno la memoria corta, visto che la storia dell’iPhone è costellata di piccoli e grandi errori. Ricordate il problema con l’ora solare e la sveglia che, nel 2010, fece arrivare mezzo mondo in ritardo al lavoro? E, giusto per essere coerenti, quando si ripassò all’ora legale nel 2011? E anche il fatto che il banale copia &incolla sia stato introdotto solo nel 2009? O che gli MMS non fossero nemmeno contemplati (e allora, la fotocamera che ci sta a fare?), fino al 2009 quando decisero che forse dovevano aggiungerli? Sembra che queste mancanze siano state prese dai consumatori e dalla stampa (specializzata e non) con l’indulgenza dell’adulto che perdona il bambino per una marachella. Trattamento che non mi sembra venga riservato a nessun altro.
In ogni caso, che sia Jobs o Cook , credo che Apple tenda a sfruttare a suo vantaggio la regola del “bene o male, purchè se ne parli”, parafrasi italianizzata della ben più profonda frase di Oscar Wilde ne “Il ritratto di Dorian Gray“:
“C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di sé”
L’effetto, ai fini della pubblicità, è lo stesso: il nome gira, tutti ne parlano, tutti lo comprano. E tutti vengono presi un pò in giro.