Premessa: non ho nulla contro i CinaFonini, contro la Cina, contro le aziende (Italiane e non) che rimarchiano prodotti cinesi per la vendita in Europa. Più che altro, l’argomento “CinaFonino” mi piace perchè rivela il vero valore degli oggetti che, tutti i giorni, molte aziende vogliono venderci a prezzi decisamente fuori scala.
Detto ciò, passo immediatamente al punto della questione: da qualche tempo spuntano come funghi nuovi marchi che propongono prodotti ad alta tecnologia: NGM è stata fra le prime ad avermi fatto notare la curiosa somiglianza dei suoi prodotti con le stesse cose che vedevo in diversi siti cinesi.
Ora, a causa di un banner che mi è passato sotto il naso, apprendo dell’esistenza della Komu, che propone il Komu K5 black, “lo smartphone Italiano”. Questo slogan, unito al nome dell’azienda, mi ha fatto scattare la vena ironica: “Komu” mi sembra una parola tutt’altro che italiana (per dire, Olivetti mi suona molto più tricolore). Ma vabbè, passiamo oltre: sappiamo bene che un prodotto con un nome esotico (a mandorla o Yankee, fa lo stesso) attira molto di più di un italianissimo “Bianchi” o “Serrenti”.
Sul sito ufficiale della Komu, leggendo le caratteristiche del modello K5 Black si scopre che parliamo di uno smartphone con caratteristiche notevoli: schermo 5 pollici, con risoluzione Full HD 1920×1080 e densità di 440 ppi (come il Galaxy S4, di oltre 100ppi superiore all’iPhone 5), processore Quad-Core MediaTek 6589 da 1,2 GHz (ok, l’S4 raggiunge anche 1,9 GHz e la CPU è una Qualcomm SnapDragon: la differenza c’è e si vede, ma non stiamo parlando di una 500 contro una Lamborghini), mentre il chip grafico è un PowerVR SGX544 come il Galaxy S4 e l’iPhone.
Queste le caratteristiche salienti, che di solito fanno salire il prezzo del dispositivo oltre i 500 Euro. E invece no, perchè il prezzo è di 329 Euro.
Ma ora viene il bello: altro giro, altra corsa, altra azienda: la semisconosciuta Zopo. Azienda completamente cinese, ma presente in Internet con dominio .it, ovvero www.zopomobile.it, e con magazzino in Italia. Perchè è importante il magazzino in Italia? Per due motivi: una volta che la merce è arrivata in Italia si presuppone che abbia pagato i dazi doganali e quindi l’acquirente finale non deve sostenere le salate tasse di importazione, cosa che succede nel caso si acquisti direttamente dalla Cina. Inoltre, essendo il prodotto venduto su territorio Italiano, l’azienda deve garantire all’acquirente il diritto di recesso e la copertura della garanzia di 24 mesi. E nulla di tutto ciò manca all’appello.
Ora, la Zopo Mobile vende lo smartphone Zopo ZP980 Scorpio al prezzo di 309 Euro, spese di spedizione con corriere espresso incluse.
Cosa hanno in comune la “italianissima” Komu e il suo K5 Black e la cinesissima Zopo con il suo ZP980 Scorpio? Semplice: vendono lo stesso smartphone.
Basta mettere a confronto le foto e le specifiche tecniche per capire che stiamo parlando dello stesso identico prodotto, venduto con nomi diversi, da aziende diverse e a prezzi diversi, seppur di poco (309 contro 329 Euro, una differenza del 6%).
Poi è ovvio che, rispetto ad Apple o Samsung, ci sono delle caratteristiche che mancano: il GPS non supporta la rete di satelliti GLONASS, non c’è la connettività 4G/LTE, la batteria è di circa 2000 mAh contro i 2600 mAh dell’S4, mancano alcuni sensori come il barometro o il termometro, non c’è il chip NFC e nel caso del Galaxy S4 manca anche la porta IR e i comandi gestuali senza tocco dello schermo (floating touch).
Sul lato software, il lavoro che Samsung o Apple svolge sul sistema operativo è un’altra caratteristica in più: a cadenze regolari (e Apple si comporta meglio di Samsung, su questo aspetto), il software viene corretto e aggiornato e ormai gli update si possono scaricare direttamente dal telefono (OTA), senza nemmeno collegare il terminale al proprio computer. Per ora, nè Zopo nè Komu offrono l’update OTA, Da quanto mi viene riferito (notare il commento in fondo al post), il Komu K5 e lo Zopo Scorpio sono aggiornabili via OTA, ed entrambi si affidano alla versione standard di Android Jelly Bean, la 4.2, senza nessuna caratteristica esclusiva. In questo, le aziende più blasonate sono decisamente in vantaggio, ed Apple conduce ancora la classifica.
Continuando, il mercato degli accessori è nettamente meno ricco di proposte, mentre ormai è assodato che Samsung ha quasi raggiunto Apple come numero di produttori di accessori: se volete la stupida custodia a forma di orsetto di peluche, sicuramente la riuscirete a trovare.
Inoltre la rete di assistenza, garantita dai centri Samsung o dagli Apple Store è ancora un punto a favore dei “grandi” dell’industria mobile.
In conclusione, la differenza di prezzo che intercorre fra un pur bellissimo Zopo o Komu di fascia alta e un Samsung Galaxy S4 è motivata dalle caratteristiche mancanti che ho appena elencato, alle quali aggiungo i costi di ricerca e sviluppo (designer e ingegneri vanno pur pagati, fino a prova contraria), i costi pubblicitari, le spese relative al personale (centri assistenza, vendita, promozione…) e sicuramente qualcos’altro che ora mi sfugge.
Fatte le dovute considerazioni, i prodotti si equivalgono: si tratta solo di rinunciare a quelle caratteristiche che non si ritengono fondamentali. Facendo un raffronto con il mondo dei motori, se lo scopo è quello di raggiungere i 300 Km/h, avete due possibilità: o vi comprate un’automobile da almeno 50.000 Euro, oppure ne spendete 20.000 e vi fate una moto da corsa. La velocità è sempre quella, solo che in auto non vi arriva il vento in faccia e state comodi comodi con le chiappe poggiate su un sedile in pelle 😉
grazie per l’articolo, perchè grazie a voi ho scoperto finalmente che esistono prodotti di alta tecnologia senza dover vendere un rene e regalare soldi alle multinazionali che ci fanno pagare caro il loro marketing (fino all’ultimo centesimo) , vorrei pagare i prodotti per quanto valgono realmente.
Figurati, lieto di esser stato utile. Comunque, il discorso del “valore” delle cose è vero, ma non è così assoluto come lo intendi tu: i grandi dell’industria investono milioni di dollari in ricerca e sviluppo, design e (solo alla fine) pubblicità. Su 700 Euro di telefono, 150 sono il telefono in sé, il resto è diviso fra ricerca, sviluppo, design e marketing… e ci deve anche rientrare un margine di profitto.
Considera che Apple è quella che tiene per sé la maggior parte del profitto e lascia margini intorno al 2% per il rivenditore. Samsung, HTC e tutti gli altri lasciano margini ben più ampi ai rivenditori, e ciò spiega come mai il prezzo scenda in modo deciso a pochi mesi dall’uscita: segue le naturali leggi di mercato. Prodotti come Komu, NGM, Zopo e tutti gli altri sono buoni ma non portano nessuna innovazione, e questo a lungo andare diventerebbe un problema… no?
sicuramente ognuno ha il proprio punto di vista, mi fa piacere poter scegliere e sapere di avere alternative. pultroppo non tutti possono permettersi sempre il prodotto piu innovativo o di tendenza.
e cmq sempre secondo mio modesto parere, spendere 700 euro per un telefono che a loro costa 150 euro, sopratutto di questi tempi, e` esagerato, per non usare altri termini.
Purtroppo il valore delle cose è sempre molto più basso del prezzo al pubblico. Ma scusa, secondo te ha senso un caffè al bar che costa 90 cent? Con poco più del doppio compri mezzo chilo di caffè. .. e lo stesso vale per uno Smart Phone. ..
forse non risparmio i 90 centesimi del caffè, ma di questi tempi quando si tratta di spendere mezzo stipendio, penso proprio che si valutano tutti gli aspetti. se poi è un azienda italiana che fornisce piena garanzia sul territorio nazionale attraverso rivenditori e centri di assistenza, io penso proprio che meritano un po di fiducia. non tutti nascono famosi bisogna apprezzare anche queste piccole realtà che ci provano a sfidare colossi multinazionali , e non tutti nascono con il conto in banca con tanti zeri. Saluti.
Guarda, sono d’accordo con te. Come detto anche nel post, non ho nulla contro la pratica del rimarchiare telefoni cinesi, soprattutto se parliamo di terminali di buona qualità. Il costo è nettamente inferiore, basta rinunciare a qualcosina per avere comunque un ottimo dispositivo con tutte le funzioni più importanti. C’è da dire che, in tempi di crisi, bisognerebbe proprio rinunciare allo smartphone, piuttosto che cercare di averlo a tutti i costi a un prezzo inferiore. Ma sembra che in italia l’atteggiamento che va per la maggiore sia quello di non rinunciare mai a nulla… o sbaglio? 😉
Per tua insaputa, Per tua informazione, Komu sui suoi dispositivi offre sia aggiornamento OTA che tramite tool, quindi potevi anche risparmiarti di infangare il nome di un’azienda Italiana! E poi alla fine anche i Samsung sono smartphone fabbricati in Cina rimarchiati con un marchio COREANO.Buonasera anche a te! Ti ricordo che sei “a casa mia”, quindi l’educazione prima di tutto. Detto ciò, non ho parlato male né del Komu, nè del suo gemello Zopo. Li ho definiti “validissimi” e ho fatto notare che costano meno della metà di un Samsung, di un Apple o di un HTC.
HO messo l’accento su quello che manca, e in effetti l’OTA è un errore: c’è da dire che il manuale del produttore non ne parla, ma leggendo nei forum (tipo Androidiani) se ne parla, quindi correggo.
Caro Sabatino, la prossima volta però… meno enfasi, ok?
Ah, scusa, mi sono dimenticato un paio di particolari: Samsung possiede la SUA divisione di R&D e fabbrica i suoi dispositivi in Vietnam, non in Cina.
Komu, senza nulla togliere all’imprenditoria Italiana, mi sembra più un dropshipper che prende un prodotto di un brand Cinese, lo rimarchia e lo vende in Italia. Ci sono altri mille marchi (Yusun, Goophone, Hero, Xiaolajiao) che si basano su progetti “standard” per produrre smartphone simili, se non identici, fra loro.
Sempre di Komu, prendi il K1: ti dice nulla questo http://www.chinavasion.com/fc32/ ?
Se prendiamo in considerazione il Samsung S4 comprato presso i canali “normali” il prezzo è quasi il doppio se non di +, quindi non credo che siano paragonabili, una cosa è certa se al cinese che lo ha “inventato” gli dessi i soldi dell’S4 cosa mi darebbe un’astronave ?? 😉 ..ps… è pure un dual sim e non so voi ma io tra il telefono del lavoro e quello personale una soluzione del genere è tanto che l’aspetto ma i BRAND conosciuti nessuno si degna di farlo “bello “..
Beh, per il dual SIM posso darti ragione: è una funzione utile che manca nei terminali di fascia alta, anche se il motivo, a mio avviso, è da ricercare nel mercato business. Infatti, un cellulare Dual SIM lascia a un potenziale utente aziendale la possibilità di inserire una SIM personale e quindi di generare traffico voce/dati fuori dal controllo dell’amministrazione IT di un’azienda. Già ci sono tantissimi modelli, se aggiungiamo la variabile “Dual SIM” anche sui terminali di fascia alta, che vengono usati anche e soprattutto in ambito business, si creerebbe confusione.
Per quanto riguarda la tua frase riferita al “cinese” che ha inventato il Galaxy S4, non sono affatto d’accordo: tutti grandi brand come Apple, HTC, LG, Nokia e così via progettano i propri terminali in USA, Europa o Giappone/Taiwan; esistono brand cinesi che hanno fatto il grande passo di avere una divisione dedicata a R&D (ricerca e sviluppo), tipo Huawei, ma per ora il grosso dell’innovazione non è concentrato in Cina. La Cina, come il Brasile, l’India ed ora i paesi dell’est Europeo, sono ancora “relegati” al ruolo di manodopera a basso costo che segue i progetti della casa madre Americana/Europea/Giapponese/Taiwanese. Le aziende cinesi che producono su progetto estero, poi, commercializzano i propri cloni basandosi su hardware similare ma a basso costo; è il caso dei processori Mediatek che sono buoni ma non al livello dei Qualcomm. E infatti, la maggior parte dei terminali cinesi di buona qualità utilizza processori Mediatek (sigla MTK) oppure RockChip (azienda totalmente cinese, sigla RK) per i dispositivi di fascia più bassa.
C’è da notare che gli stessi produttori cinesi enfatizzano il fatto che alcuni componenti non sono cinesi, come a dire “Hey, guarda che i pezzi provengono dalla ben più tecnologica Taiwan”. Un pò come in Italia, dove alcuni prodotti vengono spacciati per “migliori” solo perchè “made in USA”, tipo i jeans, quando invece anche noi abbiamo delle manifatture di altissima qualità.