La questione sta venendo discussa un pò in tutte le salse: in breve Matt Mullenweg, co-creatore di WordPress e CEO di Automattic (la società dietro alla quale c’è WordPress.com – il servizio a pagamento – e WordPress.org – il progetto Open Source ) ha fatto delle dichiarazioni pesanti su WP Engine, altra grande società che su WordPress ha creato un bel business, vendendo hosting dedicato e altri servizi incentrati sul famoso CMS Open Source.
Quello che ha detto lo si trova in rete (qui un ottimo articolo che riassume perfettamente tutti i fatti fin’ora) e quindi trovo idiota riportare qui tutta la tiritera.
Quello che reputo invece più importante è cercare di capire: perchè? Questa mossa, da qualsiasi punto di vista la si guardi, è idiota. Se anche Matt avesse ragione al 100%, il palco del WordCamp non è il posto adatto per fare questa dichiarazione. E’ poco elegante, una cafonata, un comportamento “da coatto de borgata“, come diciamo qui nella capitale. Le grandi aziende, e i loro CEO, parlano in ampie e comode conference room, con una fila di avvocati su entrambi i lati lunghi del tavolo.
Tutto il resto è solo “caciara”, rumore, gossip.
Quindi, perchè l’ha fatto? Alcune possibili cause sono:
- è un idiota egocentrico;
- come sopra, ma è anche avido;
- è un rosicone;
- ha paura.
Non lo conosco abbastanza per poterlo giudicare, quindi i primi tre punti sono solo una battuta, un espediente per arrivare al quarto punto: probabilmente Matt ha paura di WP Engine e vuole dare un segnale forte, come per dire a tutti gli altri “Occhio, che non potete fare come vi pare“.
Prima di spiegare la mia teoria, vorrei sottolineare che stiamo parlando di due società grosse, che hanno dietro investimenti importanti. Matt (e questa poteva risparmiarsela, per me) nel suo attacco verso WP Engine ha specificato che quest’ultima è una società che vuole solo i soldi e se ne frega degli utenti, aggiungendo che dietro WP Engine ci sono investimenti del fondo Silver Lake. E’ vero? Si, certamente, e ci sono anche i soldi di altri investitori: Silverton Partners, North Bridge Venture Partners & Growth Equity, e altri piccoli sparsi qui e la (fonte: crunchbase).
Ma c’è qualcuno dietro Automattic? Oh si, tanta gente, e due dei nomi più di spicco sono BlackRock e SalesForce (insieme ad altri come Tiger Global Management, Insight Partners, Alta Park Capital), che fanno arrivare Automattic ad un funding di quasi un miliarduccio di dollaroni. Essossordi. (fonte: sempre crunchbase)
Ah si, giusto per finire questa noiosa parentesi finanziaria, AutoMattic ha una valutazione di mercato intorno ai 7,5 Miliardi di dollari. Nessun consiglio di amministrazione metterebbe un idiota a rappresentare una società del genere, che genera e mantiene un mercato valutato intorno ai 636 Miliardi di dollari (fonte: ehm…WP Engine). Quindi, il motivo deve essere un altro, ed un motivo valido è la paura.
Quello che non deve accadere a WordPress è un fork, una derivazione, un “qualcosa” che distolga il focus su di lui e lo sposti altrove. Questo “altrove” è un nuovo web che ormai si è palesato ed è composto da veloci frontend in JS, alimentato da backend nascosti chissà dove, interrogati via API. Se non avete capito un cazzo di quello che ho scritto, no problema: tutto questo significa che WordPress potrebbe rischiare di diventare solo una banale editor di contenuti, mentre quello che viene chiamato “tema” (ma che dovrebbe chiamarsi semplicemente “frontend”) può essere sviluppato con tecnologie di nuova generazione, Javascript appunto, usando sistemi molto diversi da ciò che gli utenti sono abituati ad usare adesso. Roba tutta testuale, schermate nere con tante righe di codice che, dopo una formula magica tipo Sim Sala Bim!, chiamata “deploy”, diventa un sito, una app, o quello che volete.

WP Engine cosa c’entra? Facile: ha tutta la potenza e le tecnologie che servono per poter proporre tutto questo, e già lo sta facendo: i due prodotti sono Headless e Faust.js. Matt ha sottolineato nel suo intervento (alquanto inFausto) come il marchio di WP Engine sia così simile e assimilabile a WordPress, che “anche sua madre pensa che siano la stessa cosa”. Quindi, se WP Engine e WordPress sono, nella testa degli utenti, la stessa cosa, cosa potrebbe succedere?
Primo: se il prodotto di WP Engine venisse percepito come migliore di WordPress.com, questo sarebbe un problema;
Secondo: se l’altro prodotto, basato su WordPress, ovvero Headless + Faust,js venisse ulteriormente semplificato e reso accessibile a più persone, ci sarebbe il rischio che quello venga scambiato per WordPress, danneggiando il vero WordPress;
Terzo: a quel punto, potrebbe essere lo stesso WP Engine a far sparire gradualmente (o velocemente, non saprei) il nome WordPress, a distaccarsi e a creare una nuova piattaforma.
Fantasioso, ma non così tanto. L’unica cosa che non lo rende facilmente possibile sono i numeri in gioco: WP Engine ha una base di circa 200.000 utenti, quindi abbastanza piccola in confronto ai 40+ milioni di siti WordPress sparsi nel mondo.
Però potrebbe essere un precedente pericoloso: una società che offre un sistema simile a WordPress, ma con un frontend in Javascript ultraveloce? E WordPress.com, muto. Non è una cosa che potrebbe piacere a Matt, soprattutto perchè vuole farlo da diverso tempo, con Calypso. E lo sta facendo, ma su WordPress.com, perchè li gioca in casa e può fare un pò come vuole. Non può obbligare il mondo intero (ripeto: un mercato da 636 cucuzze) a fare un cambio epocale, e passare da una piattaforma PHP+MySQL ad una Node.js + React/Redux. Matt troverebbe la classica testa di cavallo nel letto.
Quindi la sta prendendo larga, larghissima, usando Gutenberg come ponte fra il backend e il frontend. Gutenberg è basato su Javascript, come si può vedere dallo screen preso direttamente dal suo GitHub

Una volta che tutti si sono abituati al Block Editor di Gutenberg, nessuno noterà la mancanza di PHP. Ma questo progetto non può essere spinto più di tanto: ci sono aziende belle grosse li fuori che potrebbero incazzarsi per una cosa del genere. E se non si incazzano loro, possono incazzarsi gli utenti, privati degli strumenti a loro familiari da un giorno all’altro. E gli utenti posso essere velocissimi ad abbandonare una piattaforma, per quanto potente. Ricordate il tracollo di BlackBerry?
Ma WP Engine può fare come vuole, e può proporre il suo WordPress SuperCicciaVelocissimo, e niente gli vieterebbe di fare un rebrand, una volta che la maggior parte del codice originario di WordPress sarà sostituita da nuovo codice. In questo modo potrebbe slegarsi dalla licenza GPLv3, togliere di mezzo il nome “WordPress” e proporre un nuovo prodotto, nuovo di zecca ma basato su oltre 20 anni di lavoro.
Forse la reazione di Matt, vista in questa ottica, assume un significato diverso.
Io avrei agito in maniera diversa, ma probabilmente avrà avuto i suoi motivi (o quelli del CdA).